La Prima Macchina Fotografica Non Si Scorda Mai - Rolleiflex

La prima macchina fotografica non si scorda mai

La prima non si dimentica mai. Vale un po’ per tutto. Ma quando si parla di macchine fotografiche?
Penso che anche in questo caso, e molto probabilmente più che in altri, sia effettivamente vero.

 

Magari non ricordiamo il nome preciso del modello, ma la sensazione che si è provata nello scattare la prima fotografia con una reflex o guardando attraverso un mirino a pozzetto di una biottica di 70 anni fa, rimane impresso nella memoria. Se non altro per quelli a cui poi è piaciuto!

 

Personalmente ho nella memoria tante prime volte. Ricordo il peso della Nikkormat di mio padre quando, ragazzino, scattai una foto di gruppo al matrimonio di mio zio. La prima Polaroid sventolata nell’attesa di vedere la magia quando da ragazzo scoprivo il mondo studiando in Germania. Ricordo sopratutto i primi ritratti scattati alla mia ragazza ai tempi dell’università con una Nikon F prestatami da un mio compagno di studi: la soddisfazione nel premere il pulsante di scatto, la resa dello sfocato, la comunicazione di quel mezzo tanto semplice quanto sofisticato. Per me, lì, fu amore a prima vista.
La fotografia divenne la mia professione e la ragazza mia moglie.

 

Oltre al lato poetico c’è però anche un lato fisico

 

Riflettendo sulle mie prime macchine fotografiche mi sono reso conto che posseggo ancora tante di esse. La mia prima macchina fotografica fu una Canon EOS 50 che ancora oggi utilizzo per alcuni progetti a pellicola. In una scatola in cantina sono sicuro di avere ancora la mia prima reflex digitale: una Canon EOS 10D usata che acquistai con i soldi guadagnati consegnando pizze durante i mondiali del 2006. La macchina fotografica che utilizzo in vacanza è una Fujifilm X100S, che di fatto è la prima mirrorless che ho posseduto. Si può dire che per me le prime macchine fotografiche diventino un feticcio a cui resto, in qualche maniera, legato.

 

Ho spesso avuto la tendenza ad affezionarmi ai miei strumenti di lavoro e alcuni diventano incedibili. Negli ultimi anni, con il passaggio da reflex Canon a mirrorless Sony, ho dovuto dire addio a molti dei miei feticci tra cui, ahimè, la mia prima (e unica) Leica, ma anche a delle lenti a cui ero particolarmente affezionato. La terapia è stata utile cambiando la mia prospettiva verso l’attrezzatura fotografica facendola diventare più che altro uno strumento di lavoro e non più l’oggetto del desiderio. Questo mi sta aiutando sia nel gestire la mia GAS (Gear Acquisition Syndrome) ragionando sopratutto su cosa è utile per il lavoro, e allo stesso tempo a non affezionarmi troppo agli oggetti.

 

Resta però sempre vivo l’amore per le mie prime macchine fotografiche e per le fotografie che con ciascuna di esse ho scattato.

 

E per voi? Quanto è facile separarvi dalla vostra attrezzatura? Quale è stata la vostra prima macchina fotografica?

 

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